La Storia
Alla fine degli anni Cinquanta Gianni Malatesta, staccandosi dal Coro del CAI di Padova (di cui era membro dal 1946 e istruttore dal 1950) decide di lanciare la sua sfida al manierismo trentino allora imperante nel campo della musica di ispirazione popolare, fondando nel 1958 il suo Coro Tre Pini.
In quegli anni le arie tradizionali e le canzoni di montagna sembrano ormai approdate ad una forma armonica canonizzata, fatalmente ancorate ad uno stile interpretativo ritenuto perfetto ed immodificabile. Su di esse Gianni Malatesta riversa la linfa di una proposta nuova, che nasce da una sensibilità artistica assolutamente originale. Le sue armonizzazioni sorprendono e conquistano il pubblico per la loro inedita e gioiosa freschezza. Egli propone un modo di cantare nuovo, basato su di un modulo vocale morbido e flessibile, finemente elaborato eppure immediato, adatto a creare effetti intensamente espressivi che trasformano le canzoni della tradizione rivestendole di inedite suggestioni.
Gli interpreti di questa rivoluzione sono i ragazzi del Coro Tre Pini, un gruppo di giovani che dal banchi del liceo stanno passando a quelli dell’università, ed assieme al loro entusiasmo portano in dote l’impunita, irriverente vivacità della famigerata goliardia padovana: un sigillo indelebile che ancora oggi costituisce un tratto fondamentale del sodalizio.
Sui palcoscenici dei più prestigiosi concorsi nazionali il Coro Tre Pini si guadagna il plauso della critica ed il favore convinto del pubblico. Dieci i primi premi conquistati sull’onda di una fama che cresce di concerto in concerto. Un successo che nel tempo consacra i ragazzi di Gianni Malatesta formazione guida nel panorama corale italiano, e fa del loro maestro e direttore un caposcuola di indiscussa autorità.
Alle affermazioni in Italia seguono negli anni i successi internazionali: dapprima in Europa, poi in Australia, negli USA ed in Canada, e più recentemente in America Latina. Le tournée all’estero spingono Gianni Malatesta ad ampliare l’originario repertorio di canti di montagna e a introdurre numerosi classici della produzione leggera italiana ed americana del Novecento: armonizzazioni a cinque voci che strappano gli applausi e la nostalgica commozione delle platee di mezzo mondo. Ad esse si aggiungono una quantità di adattamenti polifonici di brani di musica classica, sacra e profana. Ma non si tratta di una conversione, di un ripudio del genere tradizionale: il cuore trepiniano continua a pulsare al ritmo degli splendidi canti della tradizione alpina e della montagna, che sempre vengono proposti durante i concerti; patrimonio antico ed irrinunciabile, che il Coro mantiene vitale e smagliante con entusiasmo e devozione. Né mai si interrompe l’attività di Gianni Malatesta nel campo della ricerca e della ricostruzione filologica di antichi brani popolari regionali italiani.
Cinquant’anni di vita corale, oltre mille concerti, una decina di raccolte discografiche. Dalla prima divisa con le braghe alla zuava e gli scarponi da roccia, perfetta per i canti di montagna, il Coro è passato, attraverso tenute meno vistose, all’attuale giacca e cravatta, più consona alle esigenze internazionali e alla parte più seria, rigorosa e d’autore, del repertorio. Gli studenti di un tempo sono diventati professionisti, imprenditori, dirigenti, insegnanti. Qualcuno fra i goliardi più scalmanati ha occupato una augusta cattedra universitaria. La vita e la professione hanno allontanato alcuni dalla città e dall’attività corale, le generazioni si sono succedute. Ma nuovi allievi, quasi sempre reclutati tra i giovani dell’Ateneo, nel corso degli anni sono accorsi a riempire i ranghi a malincuore lasciati dal più anziani.
E ancor oggi alla guida del Coro Tre Pini c’è lui, Gianni Malatesta, più che mai proteso alla conquista di nuove suggestioni armoniche, “di un suono se possibile ancor più intensamente espressivo” ; fedele al motto della sua vita d’artista: “Sempre avanti”.
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